Philosophy (Math or Simple Pictures?)


Landscapes si configurano come spazi sconfinati, sterminati, in alcuni casi adimensionali, che emanano la presenza del limite soltanto al di là del visibile.  
Sul piano della Realtà vera, cioè verificata geograficamente, ciascun Landscape è falsificazione di questa sottoforma  di  linea  e  interruzione che interviene  frastagliando il profilo levigato del guscio mondano. 
Se esistesse una totalità di rappresentazioni fedeli e autentiche del Mondo, e questa quantità generasse l'orizzonte figurato e riflesso del Mondo stesso, ogni falsificazione sarebbe il limite inclusivo della vastità e totalità delle rappresentazioni date. Ogni produzione non autentica stabilirebbe in un quadro quantificativo la funzione trascendente di limite che la Realtà non ha (ancora) prodotto e superato. E’ proprio qui che il paesaggio tridimensionale si spoglia di due dimensioni per diventare passaggio e insieme segno monodimensionale,  confine,  margine.  
Prima di essere superficie materia e simbolo, ogni Landscape è un idea-limite,  ecosistema illusorio generato dall'ampiezza del visibile.


Landscapes are configured as wide open spaces, endless, sometimes adimensional, which give off the presence of the limit, only beyond the visible. In terms of true Reality, verified geographically, each Landscape is a fake. If we are given a totality of real and authentic representations of the World, and this quantity is the imaginary horizon and specular of the World itself, any fakes would be the limit to the totality of given representations. Each not-authentic production is the transcendent function of limit that reality has not (yet) produced and passed. It is here that the three-dimensional landscape loses two dimensions to become passage, and at the same time, sign  one-dimensional, border, edge.
Before being surface, material and symbol, each Landscape is an idea-limit, illusory ecosystem generated by the amplitude of the visible.